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da sabato 15 a martedì 18 novembre

Predator: Badlands

di Dan Trachtenberg — USA, 2025, 107 minuti
Fantascienza, Avventura, Azione

Con Elle Fanning, Dimitrius Schuster-Koloamatangi, Reuben de Jong, Michael Homick.

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Trama

Considerato ancora troppo giovane e debole dal fratello maggiore, Dek è uno Yautja che vuole disperatamente dimostrare il proprio valore e guadagnare il "mantello", ossia il sistema di invisibilità che fa della sua specie una delle più pericolose della galassia. Quando suo padre chiede la sua testa e suo fratello maggiore si oppone, il genitore decide che il fratello è a sua volta troppo debole per il clan e lo sfida in un duello mortale. Dek viene intrappolato nella nave del fratello, e il velivolo parte per "il pianeta più pericoloso dell'universo" dove si trova il mitico Kalisk, una creatura dotata di straordinarie capacità rigenerative che nessun Yautja è mai riuscito a uccidere. Su questo mondo ricchissimo di insidie, Dek troverà due inattesi alleati: una piccola creatura simile a un primate ma con un duro guscio sulla schiena; e un'androide rimasta senza gambe, incapace di camminare ma ricca di informazioni sul mondo in cui si trovano.

Recensione

Predator - Badlands segna un nuovo tentativo di ripartenza per il franchise dedicato ai feroci cacciatori alieni e questa volta il protagonista è uno di loro.

L'idea più interessante non è però il ribaltamento di prospettiva bensì l'aver affiancato allo stoico, determinato e vendicativo alieno un'androide disabile dall'inscalfibile buon umore. L'inedita strana coppia, dove è Elle Fanning a fare la parte del leone con i suoi impeccabili tempi comici, dona al film una vitalità che quasi non meriterebbe. Il progetto è infatti contraddittorio e paradossale: gli antieroi combattono contro gli androidi di una corporazione terrestre, ma il film segue un chiaro mandato corporativo Disney, ossia riavvicinare a quello di Alien, andando a costituire una sorta di space monster universe. Inoltre non manca di "carinerie" disneyane con la buffa creatura, che sembra già pronta per diventare un giocattolo. Inoltre aver tolto di torno gli umani, sostituiti dagli androidi, ha permesso al film in america di avere una visto di censura blando, nonostante non manchino scene violente (ma esangui). Tutto il contrario insomma del radicale ritorno alle origini del precedente Prey, del quale resta solo una cosa: la capacità del regista Dan Trachtenberg di ideare e girare buone scene d'azione con il cacciatore alieno. Qui portate per altro a un livello meno di tensione e più immediatamente spettacolare, con grandi mostri, trappole e avversari pesantemente armati assai più pericolosi per l'alieno dei nativi e dei coloni dello scorso film.