di Riccardo Antonaroli — Italia, 2024, 84 minuti
Commedia
Con Pilar Fogliati, Filippo Scicchitano, Valeria Bilello, Giorgio Tirabassi.
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Trama
Eleonora e Valerio sono una coppia di neosposi. Lei fa l'osteopata, lui l' agente immobiliare. Si sono appena sposati e già sono stanchi di una serie di cose. È la loro prima notte di nozze, ma tutto andrà storto, e la famosa "Love Suite" che ha ospitato star e starlette di tutto il mondo dovrà attendere. Le cose si complicano quando lei trova un biglietto segreto nelle tasche di lui, con tanto di anello dell'ex fidanzata. Seguirà una notte di litigi, fughe, riappacificazioni, ricerche, nuovi e vecchi incontri, parenti intrusivi e alla fine, verso l'alba, l'ipotesi di un per sempre ancora tutto da vivere.
Recensione
La base dichiarata del film di Riccardo Antonaroli è l'israeliano Honeymood di Talya Lavie e l'intento era firmare una commedia esistenziale sul matrimonio.
Più o meno romantica, più o meno divertente, parte con grande convizione e con una buona dose di cinico realismo. I neosposi sono già stanchi, la giornata è stata lunga, tra frecciate e battutine si recriminano a vicenda gli sguardi e le chiacchierate con i rispettivi ex. Così dentro alla famigerata "Love Suite" che, ci tiene a ribadire (con troppa insistenza) l'inserviente dell'hotel in cui alloggiano, ha ospitato i più grandi divi e divetti del mondo, la guerra vincerà sull'amore, con la deflagrazione di una bugia testimoniata da un foglio e un anello. Da lì parte una folle notte di litigate, fughe e incontri con una serie di personaggi anche improbabili. La sceneggiatura soffre la scelta di ambientare tutto il film nell'arco di una sola notte e, pur denotando uno sguardo curioso sulla generazione che intende raccontare (quella degli sposi, sui trent'anni) non brilla di originalità, tanto meno di raffinatezza, specie nei dialoghi e nelle poco riuscite scene oniriche. Molto lo fa il cast, di qualità: Pilar Fogliati e Filippo Scicchitano risultano naturali e credibili in tutta la loro giostra di emozioni, dalle più positive alle più negative. Sono bravi, anche quando sono chiamati a recitare battute non propriamente memorabili, dando l'impressione di aver saputo costruire una buona alchimia tra loro. Giorgio Tirabassi e Lucia Ocone spiccano sul resto del cast, tanto sono divertenti nei panni dei genitori ebrei di lui, ancora "innamorati" della sua ex e diffidenti verso la neonuora non ebrea. Due personaggi più che umani e a tratti esilaranti, che avrebbero meritato molto più spazio, anche per l'ironia bonariamente diffusa su temi enormi come famiglia e religione. Già memorabile - più per l'intensità della performance che per la scrittura - il monologo di Tirabassi sul matrimonio e sull'urgenza di condividere un sogno insieme, quale che sia, per sopportare meglio la fatica di tutti i giorni.