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da sabato 23 a martedì 26 agosto - con la presenza del regista

Come fratelli

di Antonio Padovan — Italia, 2025, 90 minuti
Commedia

Con Francesco Centorame, Pierpaolo Spollon, Ludovica Martino, Paola Buratto, Giacomo Padovan, Roberto Citran, Giuseppe Battiston.

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Trama

Melissa e Sabrina sono migliori amiche fin dall'infanzia. Condividono tutto da sempre, e neanche a farlo apposta le gravidanze del loro primo figlio avvengono nello stesso periodo, e le nascite dei due maschietti praticamente nello stesso momento. Purtroppo però le due giovani donne sono insieme anche nel finire vittime di un incidente stradale, e i loro mariti Giorgio e Alessandro si ritrovano soli con i neonati Samuele e Michele. Dopo qualche mese di battaglia individuale fra notti insonni e montagne di pannolini i due decidono di condividere l'appartamento di Alessandro insieme ai rispettivi figli: dunque Samuele e Michele crescono insieme ai loro papà e affrontano i primi quattro anni di vita come una insolita ma armoniosa famiglia. Quando però Noelle entra nella vita di Giorgio e, a differenza delle avventure casuali di Alessandro, prospetta per lui un cambiamento di vita, i due papà dovranno capire qual è la differenza fra condivisione e codipendenza.

Recensione

Un film che può contare su una regia solida, un'ambientazione rasserenante (principalmente la città di Treviso, ma con puntate anche nei comuni limitrofi) e soprattutto un cast di attori capaci, a cominciare da Francesco Centorame e Pierpaolo Spollon nei panni di Giorgio e Alessandro, per proseguire con Ludovica Martino in quelli di Noelle e Mariana Lancellotti e Paola Buratto nei ruoli (brevi per cause di forza maggiore) di Melissa e Sabrina. Ma la vera sorpresa in tema di recitazione sono i bambini che interpretano Michele e Samuele a quattro anni, rispettivamente Giacomo Padovan e soprattutto l'irresistibile Noah Signorello. Fanno loro da appropriato contorno i cammei di Roberto Citran, Giuseppe Battiston e Alessio Praticò.

Ci sono alcune implausibilità in sceneggiatura (Giorgio non cita mai l'esistenza del figlio sul lavoro? I papà non si pongono il problema delle conseguenze potrebbe avere in futuro separare due bambini cresciuti, secondo il titolo, "come fratelli"?) e qualche dialogo è un po' troppo zuccheroso, ma in generale la narrazione mostra una gentilezza e una misura non scontate nel cinema di dramedy italiano.

Anche l'ambientazione cinematograficamente non troppo sfruttata e alcune scelte di scenografia e costumi (di Pier Franco Luscri e Roberto Chiocchi) improntate al colore e alla vivacità estetica sollevano la storia dal rischio cupezza (però che fortuna per un fisioterapista occasionale senza genitori visibili vivere in un appartamento così bello in centro a Treviso).

Come fratelli si lascia seguire piacevolmente e mostra le corde recitative soprattutto di Centorame, nonché il lavoro di squadra dell'intero cast e del regista che riesce a creare un'atmosfera di intimità, di leggerezza e di allegria (a dispetto delle circostanze) che scalderanno il cuore degli spettatori.