di Sophie Chiarello — Italia, 2025, 90 minuti
Documentario
Con Aldo Baglio, Giacomo Poretti, Giovanni Storti, Luciano Storti, Marina Massironi, Paolo Rossi, Arturo Brachetti, Silvana Fallisi.
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Trama
A partire dall'infanzia, in cui le prime esperienze da attori sono state vissute all'oratorio, ognuno dei tre racconta se stesso mettendosi in relazione con gli altri. Molto spazio viene lasciato alle esperienze teatrali che sono state quelle che hanno sviluppato le potenzialità di ognuno per poi giungere alla notorietà data dalla loro opera prima Tre uomini e una gamba.
Un autoritratto dei tre tra nostalgia, ricordo e consapevolezza dei risultati raggiunti e da raggiungere.
Recensione
Il titolo di questo documentario a prima vista appare come una battuta delle tante, tra il reale e il surreale, che hanno costellato gli spettacoli e i film dei tre attori/amici. Ha invece una sua origine nella valutazione ricevuta da uno di loro in tempi e circostanze che lo spettatore scoprirà. Un titolo alternativo, riecheggiando quello del loro primo successo nelle sale cinematografiche, avrebbe potuto essere "Due milanesi e un provinciale". Perché Aldo e Giovanni si sono conosciuti e frequentati a Milano nell'oratorio e sul palco del teatro della parrocchia di Sant'Andrea mentre Giacomo i suoi primi passi da attore li ha mossi (dalle suore) a Villa Cortese nella provincia della metropoli lombarda.
Sophie Chiarello, la cui presenza non viene occultata dai tre che addirittura la coinvolgono inizialmente nei loro scambi di battute, è riuscita a trovare la giusta cifra narrativa seguendoli talvolta insieme e talaltra separatamente facendo emergere le storie di ognuno, le convergenze ma anche le differenze. In questo viaggio nella memoria la riflessione sul passato e sugli inizi, sia delle amicizie sia dell'approccio al palcoscenico, permette di comprendere come il loro legame si sia progressivamente formato a partire da una base di vita vissuta anche nell'ambito del lavoro.
Fabbrica e ospedale non sono mancati nell'esperienza giovanile e il fatto che i tre abbiano creato un sodalizio che ha visto due di loro integrare il terzo (Giacomo), viene spiegato dalle loro voci, dai sopralluoghi nei posti in cui sono cresciuti anche artisticamente. Non mancano i testimoni del loro percorso ma la scelta concordata con Chiarello li vede sempre compresenti. Non sono gli altri da soli a parlare di loro ma il ricordo delle varie esperienze viene condiviso e emerge grazie all'apporto di tutti.