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Rassegna di Qualità - 8 e 9 maggio

A real pain

di Jesse Eisenberg — USA, 2024, 90 minuti
Drammatico

Con Jesse Eisenberg, Kieran Culkin, Will Sharpe, Jennifer Grey, Kurt Egyiawan.

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Trama

David e Benji, due cugini diversissimi tra loro, si ritrovano all'aeroporto. Il primo vive a Brooklyn, è sposato e ha un figlio. Il secondo è uno spirito più libero dal carattere imprevedibile. Nati a tre settimane di distanza, sono stati molto legati durante l'infanzia, poi la loro vita ha preso delle strade divergenti. Hanno così deciso di partire per la Polonia per onorare la loro amata nonna Dory scomparsa da poco e connettersi con la sua storia passata. Giunti sul posto, si uniscono a un gruppo per un tour turistico di cui fanno parte un gruppo di persone che hanno un legame o un trauma legati alla ebraicità: i nonni di Marcia sono fuggiti dall'Olocausto, Mark e Diane hanno origini ebraiche-polacche ed Eloge è sfuggito al genocidio in Ruanda e si è convertito al giudaismo in Canada. La loro guida James invece sta cercando di fare al meglio il suo lavoro. Nel corso del viaggio, tra imprevisti e situazioni tragicomiche, riemergono le tensioni del passato della loro storia familiare.

Recensione

Ci pensava da tempo Jesse Eisenberg ad A Real Pain, da quando ha fatto un viaggio in Polonia che ha ispirato anche un'opera teatrale, The Revisionist che ha debuttato nel 2013 nel teatro off Broadway.

Lì l'attore ha recitato la parte di un giovane statunitense, che si chiama sempre David, che è andato a trovare una cugina polacca più grande di lui, una sopravvissuta all'Olocausto, interpretata da Vanessa Redgrave. Forse è proprio in questo passaggio cinematografico che Eisenberg ha cercato di liberarsi da una struttura teatrale che poteva ingabbiare la vicenda. Ha viaggiato attraverso la Polonia affidandosi alle luci di Michael Dymek, il direttore della fotografia di EO di Skolimowski per un dramedy on the road sul tema della memoria privata e storica. Il film è ambizioso ma anche decisamente sentito e gli dà l'opportunità di confrontarsi con le sue origini ebraiche e polacche. Anche questo suo secondo lungometraggio come regista, dopo When You Finish Saving the World, è un'altra storia di famiglia ma, pur essendo molto scritto, è decisamente un passo avanti rispetto al suo esordio. Guarda i luoghi con lo spaesamento ma anche la contagiosa sorpresa del cinema di Linklater, soprattutto nella scena davanti al Monumento agli eroi del ghetto a Varsavia dove c'è una simulazione del combattimento degli eroi ebrei contro i nazisti, ma anche in tutta la parte del viaggio in treno quando David e Benjii saltano la fermata.